ROMA – 1° MARZO 2010: Esplode la rivolta a Ponte Galeria

Esplode la rivolta a Ponte Galeria
 

Senza riscaldamenti e senza acqua calda: questo è l’inverno in gabbia tra le sbarre e il cemento del Cie Ponte Galeria a Roma.
Due mesi interi senza assistenza sanitaria, ma i potenti sedativi – la "terapia quotidiana" che viene somministrata ai reclusi – curano perfettamente la sofferenza. «Diamo fondo alle scorte, dal 1° marzo finiscono i giochi» – questa è stata la strategia degli operatori della Croce rossa negli ultimi giorni della loro gestione.
Nel lager della capitale, basta tentare il suicidio per cinque volte in un mese e alla fine un posto in ospedale lo si ottiene di sicuro… Questa è la triste storia di Boukili Wid, liberato tre giorni fa, dopo l’ennesimo e pericolosissimo tentativo di togliersi la vita.
Concedere la libertà a una persona disperata è stato l’ultimo atto pietoso e caritatevole che la Croce Rossa ha compiuto all’interno del suo prezioso salvadanaio: il bottino di guerra è stato ridotto all’osso ed è ora di passare la palla al nuovo ente gestore: la cooperativa Auxilium (che gestisce il Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Bari).
I migranti rinchiusi nella sezione maschile, dopo lo sciopero della fame del 12 febbraio scorso, hanno ricevuto un amorevole consiglio dai medici del presidio sanitario: «Continuate a protestare perché dal 1° marzo arrivano quelli che stanno facendo un casino a Bari. Dovrete restare chiusi nelle celle tutto il giorno, avrete diritto solo a due ore d’aria e non esisterà più la mensa… mangerete rinchiusi nelle vostre gabbie».
I giornalisti non aspettano il 1° marzo a Ponte Galeria: i riflettori sono spenti perché qui non c’è facebook e nemmeno la CGIL. Ma i reclusi della sezione maschile decidono comunque di organizzare la propria giornata di lotta.
 

28 febbraio 2010, ore 22.00:

Croce rossa e Auxilium s’incontrano per il passaggio delle consegne e la polizia è il contorno immancabile a questo importante avvenimento. Sono tutti troppo impegnati a stringersi le mani (se le saranno lavate? il più pulito c’ha la rogna), troppo concentrati su questo grande affare…
Dalla parte opposta, nell’ala inaugurata pochi mesi fa, si carica un bel respiro, si prende la rincorsa… e parte la fuga.
Solo un ragazzo riesce a raggiungere il muro di cinta e a tentare il salto verso la libertà. Ma viene inseguito, pestato brutalmente e rispedito subito in cella come «un esempio per tutti gli altri reclusi».
La rabbia esplode, non c’è altro da fare: «Ponte Galeria sta bruciando! Tutto va a fuoco, materassi e coperte, tutto va a fuoco!».
Per due ore le fiamme si propagano nel lager, ma la polizia costringe tutti a tornare nelle celle, pestando chi si oppone.
Solo intorno alle 02.00 di notte la strategia cambia: tutti in fila per un’altra "terapia" forzata.

 

Ascolta la corrispondenza trasmessa da Radio OndaRossa il 1° marzo 2010
http://www.autistici.org/ondarossa/archivio/100301/pontegaleria.mp3
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