ROMA – 1° MARZO 2010: La repressione anche il primo marzo

LA REPRESSIONE ANCHE IL PRIMO MARZO
 

Il 1 Marzo – all’interno della giornata “24h senza di noi”, proprio in contemporanea alle mobilitazioni per la regolarizzazione e i diritti di cittadinanza per gli immigranti – al Pigneto, come temuto e annunciato, si è messo in scena un drammatico copione che diverse mani stavano e stanno scrivendo. Nel tardo pomeriggio i Carabinieri si sono resi protagonisti di un’operazione antidroga che, anche questa volta, presenta punti oscuri. Una persona, rincorsa dalle forze dell’ordine si rifugia all’interno del portone di via Campobasso, al civico 18, trovato aperto. Questa persona non è residente e non appartiene alla comunità dei senegalesi che da 20 anni vive in questa via. Arrivano i militari che, senza spiegazioni, oltre a fermare la persona rincorsa arrestano tutti quelli che si trovavano in un appartamento nella casa e portano via sacchi e sacchi di merce. Sette persone, sette lavoratori senegalesi abitanti del Pigneto arrestati in casa mentre guardavano la tv a causa di una persona che per fuggire da un’operazione antidroga era arrivata davanti alla loro porta. Verranno rilasciati solo a tarda notte senza nessuna denuncia per droga ma solo per contraffazione e ricettazione.
Una modalità assurda che nasce da un clima che è stato creato ad arte e viene fomentato da molto tempo. Un clima che tende alla criminalizzazione degli abitanti di Via Campobasso 16/18. Ricordiamo infatti il raid della Guardia di Finanza del 5 ottobre 2009, in cui tutti gli africani di pelle nera che si trovavano in strada sono stati rastrellati nell’ambito di un’operazione militare ancora tutta da chiarire, anche quella annunciata come antidroga ma conclusasi con denunce e arresti per resistenza.
Altro elemento preoccupante, già denunciato più volte pubblicamente, è il fatto che tantissimi fermati per fatti di droga lascino come residenza proprio Via Campobasso. Si tratta di persone fermate in diverse parti di Roma e di diverse nazionalità, mentre è cosa nota che in quelle abitazioni risiede solamente un gruppo di senegalesi del tutto estraneo al traffico di droga. O queste persone sanno che notoriamente in quelle abitazioni non circola droga, e allora si creano così un alibi, oppure vengono spinti da qualcuno a “scegliere” quella residenza. Ultimamente anche su Internet qualche anonimo “provocatore” indicava in Via Campobasso la causa del degrado del Pigneto, in quanto “COVO principale della droga e mala vita”. Insomma sembra ci si trovi davanti ad un piano ben strutturato tendente a criminalizzare gli abitanti di via Campobasso, di cui l’operazione del 1 marzo è l’ennesimo tassello. La realtà è ben diversa come sappiamo noi che al Pigneto ci abitiamo e ci lavoriamo e per cui l’Isola Pedonale è un divertimentificio non solo dedito al commercio serale dell’alcol. Tutto questo era stato in questi giorni denunciato pubblicamente nell’assemblea al Nuovo Cinema Aquila del 18 febbraio, che lanciava la mobilitazione del 1 Marzo e in trasmissioni radiofoniche dagli abitanti di Via Campobasso stessi.
Il degrado e lo spaccio sono fenomeni reali che hanno altre origini e cause e, soprattutto hanno residenza in altre vie e piazze limitrofe, come sanno bene tutti gli abitanti e le stesse autorità competenti. Gli abitanti di Via Campobasso sono un facile capro espiatorio, e non secondariamente, abitano in appartamenti che “devono” essere messi a profitto con altri introiti speculativi, dopo aver spremuto le tasche di chi quotidianamente sopravvive.
Una quartiere che negli ultimi anni è diventato zona di “movida”, in cui il proliferare di locali notturni, la mancanza di spazi pubblici e di servizi alla cittadinanza – come testimonia la mancata realizzazione della Casa del Municipio, con tutti i servizi previsti, all’interno dei locali strappati alla speculazione immobiliare dell’ex fabbrica Serono – ha generato l’affermazione di un modello di relazioni sociali che sono “propedeutiche” ad un mercato della droga. Mercato che è sotto gli occhi di tutti, ma che viene ignorato se non agevolato. Solo questa estate sono stati tre i morti per overdose intorno all’Isola Pedonale. Risulta quindi criminoso andare a prendere sette lavoratori dentro la propria casa, quando i luoghi dello spaccio sono ben altri, e noti a tutti.
Tutti liberi senza nessun reato contestato legato alla “droga”, questo l’esito del blitz “antidroga”. Anche questa volta la mobilitazione immediata dei cittadini del quartiere e la solidarietà attiva espressa dalla manifestazione in corso ha permesso che non si aggiungesse la detenzione all’abuso subito. Anche questa volta emerge l’illegittimità di una azione repressiva ai danni dei più deboli e una strategia per la criminalizzazione degli immigrati residenti nei nostri quartieri.
 

…COME OGNI GIORNO
 

Il 3 marzo la storia si ripete ma stavolta è la polizia che allertata da una telefonata anonima viene a sequestrare borse e portafogli con un dispiegamento di mezzi fuori luogo (5 volanti, un furgone e un’unità cinofila). Il bilancio di questa ennesimo attacco alla comunità di Via Campobasso è di tre senegalesi fermati per accertamenti (condotti all’Ufficio immigrazione di Tor Sapienza) e di un cittadino mauritano arrestato per possesso di merce falsa (condotto al Commissariato di Porta Maggiore). Nel corso del blitz sono state sequestrate 4 automobili che la polizia ha ritenuto riconducibili al ragazzo arrestato. Quello che lascia interdetti oltre alla frequenza di questi atti è la loro assoluta estraneità ai reali problemi del quartiere. Anche in questa occasione i cittadini che vivono a stretto contatto con gli abitanti di via Campobasso sono scesi in strada e hanno fatto in modo che l’operazione non diventasse un rastrellamento indiscriminato.
La Polizia ha manifestato l’intenzione di porre sotto confisca l’immobile dove ha effettuato la perquisizione e temiamo che questo sia il primo passo per sbattere in strada gli abitanti.
 

Per continuare il sostegno alla comunità senegalese di via Campobasso invitiamo tutti e tutte a presiedere il giorno 24 marzo, presso il Tribunale Penale di Piazzale Clodio, all’ultima udienza del processo a carico dei tre senegalesi arrestati ingiustamente durante la retata della Guardia di Finanza, del 5 ottobre 2009.
 

Comitato di Quartiere Pigneto – Prenestino
Osservatorio Antirazzista Territoriale Pigneto – Tor Pignattara
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