CARTA: Il senato approva il pacchetto razzista

Il senato approva il pacchetto razzista


Enrica Fei


(Carta, 3 Febbraio 2009)

Per Maroni con gli immigrati «bisogna essere cattivi». Oggi il senato discute e si avvia ad approvare il pacchetto sicurezza. Domani a Roma sit-in davanti Montecitorio
In un momento importante per il futuro dei migranti in Italia, nella notte tra sabato e domenica primo febbraio, pochi giorni prima del voto finale in Senato sul ddl sulla sicurezza, tre ragazzi di buona famiglia danno fuoco ad un clochard di origine indiana che dormiva nella stazione di Nettuno. Cercavano un barbone a cui fare uno scherzo, hanno detto poi, per «provare una forte emozione e finire una serata».


Il giorno prima, a Civitavecchia, Chehari Behari Diouf, cittadino senegalese di quarantadue anni e da venti in Italia, moriva sotto i colpi del fucile a pompa di un poliziotto, suo vicino di casa. «Un incidente», «un raptus di follia», «un intervento per interrompere una rissa», scrivono i giornali dei giorni seguenti, ignorando i coinquilini di Chehari e i testimoni che tentano di smentire: nessuna rissa, nessun litigio, l’ispettore Paolo Morra ha sparato a freddo, da un momento all’altro, colpendo Diouf ad una coscia e recidendogli l’arteria femorale.
Due giorni dopo, lunedì 2 febbraio, il ministro degli Interni Roberto Maroni si pronuncia: «Io penso che per contrastare tutto il male che l’immigrazione clandestina porta non bisogna essere buonisti, ma cattivi».
Poche parole sulla «ragazzata» di domenica, sull’omicidio di sabato: «cattivi con i clandestini» commenta, ma con gli italiani razzisti meno, perché, a suo avviso, non esistono: «Violenza inaudita e gratuita, provocata dall’abuso di alcol e droga, che esclude la matrice razzista», dice a proposito dell’aggressione di Nettuno.
Se forse è vero che il razzismo non è l’ideologia motivante di questi atti, ma una componenteindistinguibile di un senso comune di violenza e sopraffazione, che ovviamente si scatena con più ferocia contro il «diverso» e il più «debole», razziste sono le reazioni dei politici e dei media.
Razzista fu ignorare nel 2006 – come ricorda l’editoriale di oggi del Manifesto – la violenza di un italiano su una rumena, evento che si esaurì in un trafiletto del Corriere della sera. Razzista è evidenziare per ogni reato la nazionalità [se straniera] del colpevole, e insistere al contrario sulla matrice non xenofoba di un’aggressione contro uno straniero.
Razzista è rispondere ad episodi di questo tipo, sempre maggiori negli ultimi tempi, parlando di «cattiveria necessaria» contro l’immigrazione clandestina: non è necessario un sociologo della
comunicazione per constatare che affermazioni di questo tipo fomentano l’odio irrazionale, la ferocia contro l’«altro», la «cattiveria» appunto contro lo straniero.
È razzista, come lo è obbligare medici ed infermieri del pronto soccorso a denunciare uno straniero senza permesso di soggiorno. O impedire ad un migrante senza permesso di soggiorno regolare di sposarsi o riconoscere i propri figli all’anagrafe. Razzista come prolungare la permanenza nei Cpt fino a 18 mesi o ridurre la vita di un essere umano ad una patente a punti
Oggi pomeriggio si voterà al Senato per l’approvazione definitiva del ddl 733 sulla sicurezza, che prevede, oltre al reato di ingresso e soggiorno illegale, criteri ancora più selettivi per il permesso di soggiorno di lungo periodo e una tassa di 200 euro per la richiesta di cittadinanza, le norme prima elencate.
All’ordine del giorno di oggi, inoltre, ci sarà il disegno di legge di ratifica del trattato di «Amicizia,
partenariato e cooperazione» tra Italia e Libia. Il testo, che ha già incassato il via libera della Camera, prevede una più forte collaborazione nel contrasto all’immigrazione clandestina.
Per domani, 4 febbraio, la Rete contro il pacchetto sicurezza [nopacchettosicurezza.noblogs.org] ha convocato un sit-in a Campo de’ Fiori alle ore 16.
All’indirizzo www.divietodisegnalazione.medicisenzafrontiere.it inoltre è possibile firmare un appello contro l’obbligo di segnalazione dei migranti irregolari che si rivolgono alle strutture
sanitarie.

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