1 – 6 giugno 2010
Dietro le deportazioni si nasconde un misto di razzismo, nazionalismo e imperialismo in un contesto di capitalismo globale: mentre il capitale e i cittadini/e dell’Unione Europea e degli altri paesi del “primo mondo” sono liberi di viaggiare dove vogliono, le/gli altri/e dal lato sbagliato dei confini costruiti artificialmente, i cui paesi sono fatti a pezzi dai privilegi europei e dal capitalismo e dalle conquiste imperialiste, sono illegali, criminalizzati e impediti nell’esercizio dei diritti fondamentali. Loro semplicemente cessano di essere persone; diventano “immigrati illegali”, che si “trattengono troppo a lungo” [overstayers] e “mancati richiedenti asilo” di cui si può fare a meno quando non si ha più bisogno di sfruttare il loro lavoro o quando cercano di rivendicare i propri diritti. Come conseguenza, le lotte comuni e le comunità sono divise e prevale una cultura di sospetto e della sorveglianza.
Quando gli ordini di deportazione sono emanati, fa comodo dimenticare le cause dell’immigrazione. Le armi prodotte in Occidente e i conflitti armati, le guerre di aggressione alla ricerca di petrolio e di altre risorse naturali, i regimi repressivi appoggiati dai nostri democratici governi, i cambiamenti climatici e la sottrazione delle terre… tutto ciò può essere rintracciato all’interno delle nostre economie capitaliste, dello stile di vita consumistico e degli interessi imperialisti. La lotta contro le deportazioni non è solo una singola campagna: le persone scelgono o sono forzate a migrare per varie ragioni.
Per far funzionare il sistema dei voli di deportazione, i governi europei appaltano ad una serie di privati o semi-privati il lavoro sporco che sarebbe toccato a loro. Le compagnie aeree sono un ingranaggio centrale della macchina delle deportazioni. Non solo sono una delle prime cause che contribuiscono alla morte del pianeta, ma molte compagnie aeree, nella loro ricerca di profitto, sono contente di portare persone verso una possibile morte – sia essa una deportazione individuale o di massa. Gli interessi dietro la macchina delle deportazioni includono altri tipi di opportunisti, quali le compagnie che provvedono al trasporto e all’accompagnamento durante le deportazioni forzate e le compagnie di sicurezza delle multinazionali, come Serco e G4S, che gestiscono le prigioni per immigrati/e e portano avanti le deportazioni a nome delle autorità per l’immigrazione.
Inoltre, ci sono agenzie fantasma e inspiegabili, agenzie inter-governativei, come l’Agenzia europea per il controllo delle frontiere esterne (Frontex) e l’Organizzazione Internazionale per la migrazione (IOM), il cui ruolo è diventato sempre più influente negli ultimi anni e con le quali i governi europei cercano di portare avanti operazioni unitarie e coordinate. Questo non solo per risparmiare soldi, ma anche per mettere le deportazioni in mano a corpi europei e internazionali, che spingono la responsabilità su un altro livello al di là dei governi nazionali e delle autorità per l’immigrazione.
Infine, La Frontex ha recentemente assunto ulteriori poteri per le deportazioni di massa attraverso voli charter a nome dei governi europei, comprando equipaggiamento e sperimentando nuove tecnologie per il controllo dei confini dell’EU. Dopotutto, un super stato, razzista e imperialista, come Fortresse Europe ha bisogno di un esercito mercenario come Frontex per proteggere i propri confini artificiali.
Deportati e deportate, inclusi bambini/e, sono spesso ammanettati e accompagnati dalla sicurezza come criminali pericolosi (l’etichetta “criminale” è usata da chi è al potere). Ci sono stati numerosi segnalazioni di maltrattamenti fisici e abusi razzisti e sessuali, che uomini e donne hanno subito da parte delle guardie per l’immigrazione o degli “accompagnatori” privati durante le deportazioni (sia individuali che di massa). La proposta di avere qualcuno/a che monitori i diritti umani sui voli per le deportazioni, come ha recentemente suggerito un membro della Commissione europea, può impedire alcune di queste pratiche ma può anche legittimare le brutalità della deportazione stessa.
Siamo consapevoli che resistere contro le deportazioni è un percorso continuo e non confinato ad alcuni giorni o a settimane di azioni: le persone cercano di attraversare i confini in condizioni pericolosissime ogni giorno; gli scioperi della fame e le lotte nelle prigioni per immigrati; i/le deportati/e e i passeggeri consapevoli che si rifiutano di sedersi tranquillamente a bordo di un volo che passa inosservato; le comunità che si uniscono per difendere i loro membri; le proteste regolari e azioni contro varie componenti della macchina delle deportazioni… e molto altro ancora deve essere fatto perché milioni di persone continuano ad essere forzatamente deportate ogni giorno.
Questo appello è rivolto a tutti/e coloro, individualità e gruppi in Europa, che vogliano unirsi in una settimana di azioni decentralizzate e coordinate contro la macchina delle deportazioni nella prima settimana di giugno 2010. Questo appello è rivolto a tutti/e i migranti e rifugiati e chi li sostiene dentro e fuori l’Europa. Organizziamoci nelle nostre realtà locali in azioni o proteste durante la settimana con un unico grido:
- STOP ALLE DEPORTAZIONI!
- NO ALLA FORTEZZA EUROPA!
- LIBERTÀ DI MOVIMENTO PER TUTTI E TUTTE!
Behind deportations lies a mixture of racism, nationalism and imperialism in a global capitalist context: whilst capital and the nationals of the EU and other ‘first world’ countries are free to travel wherever they want, those on the wrong side of artificially erected borders, whose countries are often torn apart by these very privileged Europeans and their capitalist and imperial conquests, are illegalised, criminalised and prevented from exercising their fundamental rights. They simply cease to be people; they become ‘illegal immigrants’, ‘over-stayers’ and ‘failed asylum seekers’ who can be dispensed with when their exploited labour is no longer needed or when they stand up for their rights. As a consequence, common struggles and communities are divided and a culture of suspicion and surveillance prevails.
When it comes to deportation orders, the causes of migration are also conveniently forgotten about. Western-manufactured weapons and armed conflicts, wars of aggression in pursuit of oil and other natural resources, repressive regimes backed by our democracy-loving governments, climate change and land grabs… they can all be traced back here, to our capitalist economies, consumerist lifestyles and imperial interests. Anti-deportation is not a ‘single issue campaign’ and people choose or are forced to migrate for a variety or reasons.
To operate a deportation flight, European governments contract a range of private and semi-private bodies to do the dirty work for them. Airlines are a key link in the deportation machine. Not only are they one of the major contributors to the progressive killing of the planet, many airline companies are also happy, in their pursuit of profit, to fly people to their possible death, both individually and en masse. Other profiteers include companies providing transport and escort services during forcible deportations and multinational security companies, such as Serco and G4S, that manage immigration prisons and carry out deportations on behalf of immigration authorities.
Then there are those shadowy, unaccountable, inter-governmental agencies, such as the EU external border agency (Frontex) and the International Organisation for Migration (IOM), whose role has become more and more prominent in recent years as European governments seek to carry out deportations through joint coordinated ‘operations’. This not only saves them money but also, by putting deportations in the hands of a regional or international body, pushes accountability to another level away from national governments and immigration authorities. Indeed, Frontex has recently assumed extra powers to charter mass deportation flights on behalf of European governments, buy equipment and explore satellite technology to monitor the ‘EU borders’. After all, a racist, imperial super-state like Fortress Europe needs a mercenary army like Frontex to protect its artificial borders.
Deportees, including families and children, are often handcuffed and accompanied by security guards as if they were ‘dangerous criminals’ (the label ‘criminal’, as used by those in power, is problematic anyway). There have been numerous reports of physical assaults and racial and sexual abuse suffered by deportees at the hands of immigration officers and private ‘escorts’ during individual and mass deportations. Proposals to have ‘human rights monitors’ on deportation flights, as recently recommended by a senior EU commissioner, may prevent some of these practices but will also legitimise the brutality of deportation itself.
We realise that resistance against deportation is continuous and not confined to days or weeks of action: people trying to cross the border in the most dangerous conditions everyday; hunger strikes and riots in immigration prisons; deportees and sympathetic passengers refusing to sit down quietly on board inconspicuous planes; communities coming together to defend their members; regular protests and actions against various parts of the deportation machine… Yet, more needs to be done as thousands of people continue to be forcibly deported everyday.
We are calling upon all concerned individuals and groups throughout Europe to join us in a decentralised, coordinated week of action against the deportation machine in the first week of June 2010. We are calling upon migrants and refugees and their supporters inside and outside Europe to organise their own actions and protests during this week in a united cry:
STOP DEPORTATIONS!
NO TO FORTRESS EUROPE!
FREEDOM OF MOVEMENT FOR ALL!
Deutsch
1. – 6. Juni 2010
Hinter diesen Abschiebungen liegt eine Mischung von Rassismus, Nationalism und Institutionalisierung in einem global kapitalistischen System. Wo Kapital und Staatsangehörige der Europäischen Union und anderen Ländern der “ersten Welt” nach vollem Belieben frei sind zu reisen, werden die Menschen auf der anderen Seite der künstlich aufgebauten Grenzen, in den Ländern, die zumeist von den privilegierten Europäern und ihren kapitalistischen und imperialistischen Eroberungen zerrissen worden sind, ständig illegalisiert, kriminalisiert und an der Ausübung ihrer fundamentalen Rechte gehindert. Sie werden einfach nicht mehr als Menschen angesehen: sie werden “illegale Migranten”, “Visumsüberschreiter” und “gescheiterte Asylbewerber”, über die man nach Belieben dispensieren kann, wenn sie nach ausgebeuteter Arbeit zu nichts mehr zu gebrauchen sind oder beginnen für ihre Rechte zu kämpfen. Infolge sind gemeinschaftliche Kämpfe und ganze Gemeinschaften gespalten und eine Kultur der Verdacht und Überwachung herrscht vor.
Wenn es um Abschiebungen geht, werden die Gründe für Migration ganz zweckmäßig vergessen. Im Westen angefertigte Waffen und vom Westen angeheizte Konflikte, Aggressionskriege auf der Jagd nach Öl und anderen Naturrohstoffen, repressive Systeme von unseren Demokratie-liebenden Regierungen unterstützt, Klimawandel, Landkonflikte … Sie können alle hierher zu unseren kapilatistischen Ökonomien, konsumorientierten Lebenstilen und imperliatistischen Interessen zurückverfolgt werden. Aktiv sein gegen Abschiebungen ist keine Einzelthema-Kampagne und Menschen entscheiden aus verschiedentlichen Gründen zu migrieren.
Um Abschiebeflüge auszuführen haben europäische Regierungen eine Reihe von Verträge mit zahlreichen privaten und halb-privaten Trägern, die die Schmutzarbeit leisten, abgeschlossen. Fluglinien sind ein entscheidender Teil der Deportationsmaschine. Fluggesellschaften sind nicht nur unter den Hauptverantwortlichen im fortschreitenden Töten unseres Planeten, sondern sind meist auch ohne Probleme bereit Menschen, entweder einzeln oder en masse, in deren möglichen Tot zu fliegen um Ihre eigenen Profite zu vermehren. Transport- und Begleitservice im Dienst der Einwanderungsbehörde während Zwangsabschiebungen werden von multinationalen Sicherheitsfirmen, die auch für die Leitung von Abschiebehaftgefängnissen verantwortlich sind, geleistet und Serco als auch G4S gehören zu den Profiteuren.
Hinzu kommen zwischenstaatliche Schattenorganisationen, die niemandem Rechenschaft schulden, wie die EU Grenzschutzagentur (Frontex) und die Internationale Organisation für Migration (IOM) dessen Rollen in den vergangenen Jahren mehr und mehr Einfluss gewonnen haben im Rahmen von Bemühungen der europäischen Regierungen Abschiebungen gemeinschaftlich zu koordinieren und auszuführen. Das spart den Regierungen nicht nur Geld, sondern überrträgt die Verantwortung für Deportationen auf regionale und internationale Gremien und damit auf eine neue Ebene fern von Einzelstaaten und Einwanderungsbehörden. In der Tat, Frontex hat kürzlich neue Befugnisse übertragen bekommen um Massenabschiebeflüge im Auftrag der europäischen Regierungen zu chartern sowie sich infrastrukturiell zu erweitern und Satelitentechnologien für die europäische Grenzüberwachung zu erforschen. Immerhin braucht ein rassistischer, imperialistischer Superstaat wie die Festung Europa einen Söldner wie die Grenzarmee Frontex um ihre künstlichen Grenzen zu beschützen.
Abzuschiebenden, Kinder und Familien einbezogen, werden häufig Handschellen angelegt und sie werden von Sicherheitsbeamten begleitet, als wären sie “gefährliche Kriminelle” (wobei die Bezeihnung als “kriminell” an sich schon problembehaftet ist). Es gibt unzählige Berichte über Körperverletzung als auch rassistische und sexuelle Misshandlung von Abzuschiebenden in den Händen der Beamten der Einwanderungsbehörde und privaten “Begleitern” auf Einzelabschiebeflügen und Massendeportationsflügen. Vorschläge für Menschenrechtsbeobachter auf den Flügen, wie kürzlich von einem EU-Kommissar vorgeschlagen, können vielleicht einige dieser Verfahrensweisen unterbinden, legitimieren aber prinzipiell die Gewalt von Abschiebungen.
Wir wissen, dass Widerstand gegen Abschiebungen beständig ist und nicht auf ein paar Tage oder eine Woche minimiert werden kann: Menschen überqueren Grenzen unter gefährlichsten Umständen tagtäglich; Hungerstreiks und Aufstände in Abschiebehaftgefängnissen; Verweigerung von Flügen von Abzuschiebenden sowie sympathetischen Passagieren in den Fliegern; Gemeinschaften die ihre Mitglieder zu verteidigen; reguläre Proteste und Aktionen gegen verschiedene Teile der Deportationsmaschine … Aber mehr muss getan werden solange weiterhin Tausende von Menschen täglich auf Zwang abgeschoben werden.
Wir rufen alle betroffenen Einzelpersonen und Gruppen in ganz Europa auf sich uns in einer dezentralisierten und koordinierten Aktionswoche gegen die Deportationsmaschine in der ersten Juniwoche 2010 anzuschließen. Wir rufen alle Migranten, Flüchtlinge und deren Unterstützer zu eigenen Aktionen und Protesten innerhalb und außerhalb Europas auf unter dem vereinten Ausruf:
STOP DEPORTATIONS!
NO TO FORTRESS EUROPE!
FREEDOM OF MOVEMENT FOR ALL!
Español
del 1-6 junio 2010
Incluso los más vulnerables de entre los inmigrantes enfrentándose a la detención y a la deportación, como niños y supervivientes, son tratados con humillación en vez de ser ofrecidos ayuda y soporte. Detrás de las deportaciones hay una mezcla de racismo, nacionalismo e imperialismo en un contexto capitalista global: mientras que el capital y los nacionales de la Unión Europea y otros países de “primera clase” son libres de viajar por donde ellos quieran, aquellos en el lado equivocado de las fronteras artificiales erectas, donde países están a menudo rotos a pedazos por estos muy privilegiados europeos con su capitalismo y sus conquistas imperiales, son ilegalizados, criminalizados y son impedidos de sus derechos fundamentales. Dejan de ser personas; se convierten en “inmigrantes ilegales”, “gente que se queda más tiempo de lo debido” y son “fracasados solicitantes de asilo”, que pueden ser “desechados” cuando su trabajo explotado no es necesario o cuando ellos luchan por sus derechos. Como consecuencia, luchas comunes y comunidades son divididas y una cultura de sospecha y vigilancia prevalece. Cuando vienen las ordenes de deportación, las causas de inmigración son también convenientemente olvidadas. Fabricas del Oeste de armamento y de conflictos armados, guerras de agresión en caza de petróleo y de otros recursos naturales, regimenes agresivos con el respaldo de nuestros queridos-democráticos gobiernos, cambio climático y tierras arrebatadas, todos ellos pueden ser localizados aquí, en nuestras economías capitalistas, en los estilos de vida consumistas y en los intereses imperialistas. En contra de las deportaciones no es “una campaña de un solo tópico” y la gente que escoge o son forzadas a emigrar lo hace también por una variedad de razones.
Para operar un vuelo de deportación, los gobiernos europeos contrata un surtido de privadas y semi-privadas compañías para hacerles el trabajo sucio. Las compañías aéreas son un elemento principal en la machina de las deportaciones. No sólo son los mayores colaboradores de la progresiva matanza del planeta, muchas compañías aéreas están también felices de conseguir ganancias a través de volar a gente a su posible muerte, incluyendo deportaciones en vuelos individuales y en vuelos en masa. Otros acaparadores incluyen compañías que proveen el transporte y otras que acompañan durante las forzadas deportaciones y las compañías de seguridad internacionales, como Serco y G4S que manejan las prisiones de inmigrantes y que también llevan a cabo las deportaciones en nombre en nombre de las autoridades de la inmigración. Como es el caso en el Reino Unido. En el caso de otros países europeos, normalmente es la policía quien maneja estas deportaciones que también son sumisas al mismo trato y desprecio hacia las personas que son forzadas a tomar vuelos de deportación.
Entonces, y también hay aquellas agencias oscuras, que no son “directamente responsables” e inter- gubernamentales como Frontex (la agencia responsable por de las fronteras exteriores de la UE) y la Organización Internacional para la Inmigración, que su papel se ha convertido más y más prominente en los recientes años, pues los gobiernos europeos buscan llevar a cabo deportaciones en conjunto a través de “operaciones” coordinadas entre ellos mismos. Esto no solo les lleva el poder ahorrar dinero, pero también poniendo las deportaciones en mano de regionales y internacionales organismos, empujan la responsabilidad fuera de sus gobiernos nacionales y de las autoridades a cargo de la inmigración. Efectivamente, Frontex recientemente ha asumido poderes extra para vuelos charteres de deportaciones de masa en nombre de los gobiernos europeos, compra el equipo y explora el uso de la tecnología satélite para controlar las “fronteras de la Unión Europea”. Después de todo, un racista, imperialista súper-estado como la fortaleza europea necesita un armamento mercenario como Frontex para proteger sus fronteras artificiales.
La gente deportada, incluye familias y niños, son a menudo esposados y acompañados por la policía o guardias de seguridad (como el caso del Reino Unido) como si fuesen “peligrosos criminales” (la etiqueta “criminal” usada por aquellos en poder es problemática de todas formas). Han habido reportes de asaltos físicos y abuso racial y sexual sufridos en las manos de los oficiales de inmigración, policía y “acompañantes” privados durante las deportaciones individuales y en masa.
Propuestas para tener “controles de derechos humanos” en los vuelos de deportación, como ha sido recientemente recomendado por un comisario de la UE, podrían prevenir estas practicas pero también harán legitima en si estas deportaciones brutales. También nos damos cuenta que la resistencia en contra de las deportaciones es continua y no es limitada a días o a semanas de acción; la gente intenta cruzar las fronteras en las más peligrosas condiciones cada día: huelga de hambre y disturbios en las prisiones de inmigrantes; personas deportadas y pasajeros simpatizanes que rehúsan el sentarse tranquilamente a borde de desapercibidos vuelos; comunidades que se unen para defender a sus miembros; protestas regulares y acciones en contra de las diferentes partes de la maquina de deportación… Aun así, necesitamos hacer más porque miles de personas continúan siendo forzosamente deportadas cada día.
Hacemos llamamiento a todos los individuos o grupos que están involucrados o interesados en Europa a juntarse en esta descentralizada y coordinada semana de accion en contra de la maquina de las deportaciones en la primera semana de junio 2010. Llamamos también a los inmigrantes y refugiados y a sus partidarios dentro y fuera de Europa para organizar sus acciones y protestas durante esta semana en un grito unitario:
NO MAS DEPORTACIONES!
NO A LA FORTALEZA EUROPA!
LIBERTAD DE MOVIMIENTO PARA TODOS!
Français
1 – 6 juin 2010
Pour mettre en place les expulsions par vols charters, les gouvernements européens passent des contrats privés avec toute une série d’organismes semi-privés qui font le sale travail. Les compagnies d’aviation sont un élément clé de la machine à expulser. Non seulement elles contribuent largement à tuer progressivement la planète, mais en plus beaucoup sont ravies, dans leur quête de profits, de faire voyager des personnes vers leur mort possible, individuellement ou en charter. Parmi les autres profiteuses se trouvent des entreprises de transport et d’accompagnement des expulsions forcées. Notamment des entreprises multinationales de sécurité, comme Serco et G4S, qui gèrent des prisons de migrant-e-s et expulsent pour le compte des institutions publiques de l’immigration.
Puis viennent ces agences inter-gouvernementales, aux statuts et responsabilités mal définis, obscures. Par exemple l’agence de l’Union Européenne pour les frontières extérieures (FRONTEX) et l’Organisation Internationale pour les Migrations (OIM), qui ont une importance croissante ces dernières années à mesure que les gouvernements européens essaient de faire des expulsions via des "opérations" coordonnées conjointes. Ce qui non seulement leur économise de l’argent mais également, en leur offrant la possibilité de se décharger des expulsions de masse auprès d’une organisation régionale ou internationale, éloigne virtuellement d’eux les responsabilités qui y sont liées. FRONTEX a d’ailleurs reçu récemment des pouvoirs étendus pour organiser et réaliser des expulsions par vols charter pour le compte de gouvernements européens, pour acheter des équipements et explorer les possibilités techniques offertes par les satellites pour surveiller "les frontières de l’Europe". Après tout, un super-état raciste et impérialiste comme la "Forteresse Europe" a bien besoin d’une armée de mercenaires comme FRONTEX pour protéger ses frontières artificielles.
Les personnes expulsées, y compris des familles et des enfants, sont souvent menottées et escortées par des gardes comme si ellles étaient de "dangereux criminels" (le terme "criminel", tel qu’utilisé par les dominant-e-s au pouvoir, est discutable par ailleurs). Il y a eu de nombreux témoignages de violences physiques, d’agressions sexuelles et racistes, subies par les expulsé-e-s aux mains des policiers de l’immigration et des vigiles privés, au cours d’expulsions individuelles et de masse. La proposition d’exercer une "surveillance du respect des droits de l’homme" au cours des expulsions par avion, comme recommandé récemment par un commissaire européen, si elle se réalisait, pourrait prévenir certaines de ces pratiques mais elle légitimerait injustement la brutalité inhérente à l’expulsion.
Nous réalisons que la résistance contre les expulsions est continue et n’est pas confinée à quelques jours ou semaines d’actions. Tous les jours les migrant-e-s tentent de traverser les frontières en empruntant les chemins et les moyens les plus dangereux, font des grèves de la faim et les émeutes dans les prisons de l’immigration. Tous les jours des expulsé-e-s et des passager-e-s solidaires refusent de s’asseoir silencieusement dans des avions en faisant mine de ne pas remarquer le drame qui s’y déroule, des communautés s’unissent pour défendre leurs membres, des manifestations et actions ont lieu contre tous les éléments qui composent la machine à expulser… Et pourtant, il reste beaucoup à faire, des milliers de personnes continuent à être expulsées de force chaque jour.
Nous appelons toutes les personnes et tous les groupes en Europe qui se sentent concerné-e-s à se rassembler pour une semaine d’actions coordonnées et décentralisées contre la machine à expulser la première semaine de juin 2010. Nous appelons tou-te-s les migrant-e-s et les réfugié-e-s ainsi que leurs soutiens en Europe et ailleurs à organiser leurs propres actions et manifestations pendant cette semaine aux cris communs de:
ARRÊT DES EXPULSIONS!
NON À LA FORTERESSE EUROPE!
LIBERTÉ DE CIRCULATION POUR TOU-TE-S!
1- 6 czerwca 2010
Za kulisami polityki deportacyjnej Unii Europejskiej kryje się mieszanka rasizmu, nacjonalizmu i imperializmu: podczas gdy kapitał, obywatele UE i innych krajów "pierwszego świata" cieszą się swobodą podróżowania praktycznie gdziekolwiek tylko chcą, ci po złej stronie sztucznie wyznaczonych granic; których kraje często cierpią z powodu zachodniego imperializmu, są pozbawieni tego prawa, a kiedy próbują je dla siebie wyegzekwować, postrzegani są jako kryminaliści. Nie traktuje się ich jak pełnoprwanych ludzi, ale jak "nielegalnych emigrantów", których można po prostu wyrzucić jak śmieci kiedy nie są już potrzebni do pracy albo kiedy zaczynają się domagać swoich praw.
Często zapomina się też o prawdziwych przyczynach, które zmusiły ludzi do migracji. żaden nakaz deportacji nie wspomina o tym, że konflikty zbrojne, wojny o ropę, dyktatury, zmiany klimatyczne; wszystko to wspierane lub wywołane przez miłujące demokrację kraje zachodu i ich obywateli, są głównymi przyczynami zmuszającymi ludzi do migracji.
Władze krajów zachodnich do egzekucji deportacji używają całego spektrum prywatnych i półprywatnych firm, które wykonują brudną robotę w imieniu rzadów. Jednymi z najbardziej znaczących partnerów w tym procederze są linie lotnicze. Nie tylko są one jednym z najważniejszych czynników odpowiedzialnych za powolne niszczenie naszej planety, ale także wiele z nich nie widzi żadnego problemu w asystowaniu w departacjach, wszystko oczywiście dla zysku. Inne firmy zaangażowane w deportacje (z ogromnym zyskiem dla samych siebie), to firmy transportowe, ochroniarskie, a także międzynarodowe korporacje specjalizujace się w "bezpieczenstwie", takie jak Serco czy G4S, które w imieniu rządów zarządzają centrami dla uchodźców.
Nad wszystkim tym czuwają europejskie agencje międzyrządowe, takie jak Europejska Agencja Zarządzania Współpracą Operacyjną na Granicach Zewnętrznych Państw Członkowskich Unii Europejskiej (Frontex, z siedzibą w Warszawie), czy Międzynarodowa Organizacja do Spraw Migracji (International Organisation for Migration, IOM). Ich rola w ostatnich latach wzrasta, jako że międzynarodowe, skoordynowane operacje nie tylko są tańsze, ale także pozwalają przesunąć odpowiedzialność z poszczególnych rządów na poziom "europejski". Frontex niedawno został obdarzony nowymi prawami, które pozwalają na wynajmowanie całych samolotów do przeprowadzania masowych deportacji w imieniu rzadow europejskich, a także samodzielny zakup sprzetu i testowanie technologii satelitarnej, wszystko to w obronie granic Unii Europejskiej. W końcu każde rasistowskie imperium, takie jak ufortyfikowana Europa, potrzebuje armii najemników, która zapewni mu bezpieczeństwo.
Deportowani, także dzieci, są cząsto skuwani i eskortowani przez uzbrojonych ochroniarzy, tak jakby byli oni niebezpiecznymi przestępcami. Niezliczone są donosy o przemocy (w tym przemocy seksualnej) i rasistowskich atakach z ich strony. W odpowiedzi Komisja Europejska zaleciła monitorowanie lotów deportacyjnych przez organizacje ochrony praw człowieka. Może to zapobiec niektórym nadużyciom, ale także legitymizuje proces deportacji jako taki.
Opór przeciwko deportacjom oczywiście nie opiera się na kilku dniach akcji. Codziennie ktoś, z narażeniem życia, próbuje przekroczyć granice Europy, w centrach dla emigrantów wybuchają zamieszki i trwają strajki głodowe, lokalne społeczności mobilizują się w obronie swoich "nielegalnych" członków, organizowane są także regularne protesty i akcje przeciwko poszczególnym częścią deportacyjnej machiny. Jednak jeszcze wiele musi być zrobione, żeby zatrzymać tą machinę na dobre.
Wzywamy do dołączenia do zdecentralizowanego, skoordynowanego tygodnia akcji przeciwko deportacjom, w dniach 1-szego do 6-tego czerwca 2010. Wzywamy do organizowania własnych, niezależnych akcji w całej Europe. Niech możni tego świata usłyszą nasz krzyk:
ZATRZYMAć DEPORTACJE!
NIE DLA UFORTYFIKOWANEJ EUROPY!
WOLNOść DO SWOBODNEGO PRZEMIESZCZANIA SIę DLA WSZYSTKICH!