MILANO – 05.03.10: davanti al Cie di via Corelli

News dai CIE, 4 marzo 2010
Un’appello alla mobilitazione

Mentre in tutta Italia si svolgevano le mobilitazioni di piazza in occasione del 1° marzo, contro il razzismo e il neo-schiavismo che si accaniscono contro gli immigrati, la lotta dentro i CIE ha ripreso il suo cammino.
In realtà un cammino che non si è mai interrotto e che, anzi, si è via via intensificato a partire dal varo dell’ultimo pacchetto sicurezza del governo Berlusconi l’8 agosto 2009.
L’attuale protesta ha preso corpo nel CIE di Ponte Galeria (Roma) domenica sera, in seguito a nuove e ulteriori restrizioni sulle ore d’aria a disposizione dei detenuti, apportate dalla cooperativa Auxilium, subentrata alla Croce Rossa nella gestione del centro. I detenuti del Cie di Roma si sono immediatamente rivoltati incendiando materassi e sciarpe.
Quando i detenuti del Cie di Corelli hanno saputo dell’accaduto a Ponte Galeria, si sono riuniti in assemblea ed in tutte le sezioni è stato proclamato lo stato di agitazione sotto forma di sciopero della fame (il comunicato di rivendicazione pervenutoci dai detenuti di via Corelli lo potete leggere qui).
Tramite continue consultazioni fra i vari CIE si è quindi allargato ulteriormente il fronte di lotta a livello nazionale; da ieri sono in sciopero: Ponte Galeria-sezione A, MIlano, Bologna, Gradisca e da oggi Torino-sezione gialla.
Non è certo la prima volta che ci troviamo ad intervenire a sostegno di questa o altre forme di lotta adottate dai prigionieri dei CIE. Lotte certamente disperate, costrette a scontrarsi con lo strapotere degli apparati repressivi che lo stato scaglia loro addosso, costrette a subire l’isolamento e talvolta l’osctracismo di una "società civile" talmente arretrata da non voler guardare in faccia la realtà dei rastrellamenti e dei nuovi lager, costrette a far forza solo su sè stesse e sul sostegno degli antirazzisti radicali che, a costo della propria libertà (come nel recente caso dei compagni torinesi imprigionati per "reato associativo d’opinione", oppure del processo che il 26 marzo si svolgerà contro diversi antirazzisti milanesi per "manifestazione non autorizzata sotto via Corelli"), si ostinano ad urlare che quei luoghi infami rappresentano una violenza inaudita per gli immigrati che vi vengono imprigionati e, allo stesso tempo, una minaccia per l’insieme della società.
Lo sciopero si sta strutturando con l’intenzione di proseguire in forma collettiva. E’ fondamentale pertanto che dall’esterno giungano liquidi sostanzionsi che diano loro un minimo di forza per proseguire (p.e. succhi di fruttta) evitando, al contempo, le droghe elargite dai gestori del centro per sedare i prigionieri e le loro proteste (Valium, nella fattispecie, che viene introdotto nei cibi e nelle bevande. Non a caso anche questo aspetto rientra nelle rivendicazioni dei detenuti in lotta.
Noi raccogliamo il loro appello e lo inoltriamo a tutti coloro che si sono mobilitati, anche di recente, per la chiusura dei CIE.

Appuntamento per domani, venerdì 5 marzo ore 16,30, all’ingresso del CIE di via Corelli.


Siate numerosi ….e solidali
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