pane al pane: NEI CIE LA POLIZIA STUPRA!
da http://noinonsiamocomplici.noblogs.org
Mentre a Roma e Bologna i presidi di compagne procedevano più o meno sulla
trama stabilita collettivamente senza rilevanti (se non le usuali) molestie
poliziesche, da Milano giungeva la notizia di 1-2-3 cariche sempre più
violente affinché le compagne auto-censurassero lo striscione che diceva una
innegabile verità: NEI CENTRI DI DETENZIONE PER IMMIGRATI LA POLIZIA
STUPRA.
Teste aperte a manganellate per dimostrare le pacifiche intenzioni
poliziesche e rassicurare sul fatto che la polizia non sia violenta –
dunque come potrebbe mai stuprare?
Donne massacrate a manganellate perché hanno osato dire la verità, una
verità che nemmeno le/ i più sincerissimi democraticissimi che manifestano
per la "libertà di informazione" (così la chiamano…) osano nemmeno
sfiorare: NEI CIE LA POLIZIA STUPRA.
I colleghi del molestatore seriale, nonché ispettore capo del Cie di Milano,
Vittorio Addesso, hanno fatto quadrato con lui, e nel fare quadrato han
cercato, col sangue agli occhi, anche di quadrare i crani di chi invece era
in piazza per dire come stanno le cose, e dirlo proprio nella giornata
internazionale contro la violenza sulle donne.
A fronte di questa violenta rappresaglia contro le compagne milanesi,
lanciamo a tutte le femministe e lesbiche nelle varie città un appello:
moltiplichiamo nei territori in cui viviamo il messaggio che NEI CIE LA
POLIZIA STUPRA. Per strada, nelle piazze, sui mezzi di trasporto, nei luoghi
che attraversiamo, ovunque deve diventare pubblico questo dato di fatto.
Che poi questo sia un paese complice degli stupratori – Montalto di Castro
docet – poco ce ne importa: noi continueremo a nominare le cose come stanno,
pane al pane, senza farci spaventare da logiche mafiose e minacciose in
dotazione alle forze dell’ordine o alle altre forze patriarcali.
Le compagne di Milano oggi non erano sole: altre donne erano in contatto
diretto e continuo con loro, da altrove, carica dopo carica; le
testimonianze delle compagne milanesi intanto correvano in rete, e correvano
le immagini dello striscione insanguinato.
Cerchiamo di esserne consapevoli, una volta per tutte: è necessario un
rovesciamento. Chi deve aver paura non siamo noi, ma chi pensa di essere
legittimato a stuprare in nome del proprio potere e delle connivenze di cui
gode. Anche, e ancor più, se veste una divisa o se è un familiare o un
datore di lavoro.
Siamo al fianco delle compagne milanesi e, con loro, siamo al fianco delle
donne che nei Cie si ribellano alle condizioni disumane di vita cui
vorrebbero piegarle, e si ribellano a molestatori e torturatori in divisa.
NEI CIE LA POLIZIA STUPRA.
Non serve aggiungere altro: scegliamo da che
parte stare. Ora!
Ascolta le testimonianze delle compagne milanesi da Macerie:
http://www.autistici.org/macerie/?p=22953
Guarda il video della carica contro i/le manifestanti davanti alla stazione Cadorna a Milano:
http://www.youtube.com/watch?v=7yZnMB7g_44