Giovedì 15 ore 14.30 – Aula 6 facoltà di Lettere La Sapienza –
iniziativa pubblica verso la manifestazione nazionale antirazzista del 17 ottobre
Presentazione del libro “Campi di forza: percorsi confinati di migranti in Europa” di Alessandra Sciurba
Dibattito con l’autrice, la prof.ssa Caterina Romeo, la Rete Migranti di Caserta e la comunità senegalese del Pigneto
A seguire videoproiezioni e aperitivo sociale in Aula 6
Noi non respingiamo, esigiamo cittadinanza per tutti, chiusura dei CIE e apertura delle frontiere – nessuno è illegale!
CReW in Onda – Lettere per l’autoriforma
La Sapienza respinge il razzismo – appello verso la manifestazione del 17 ottobre
Il movimento dell’Onda dello scorso anno ha costituito una straordinaria novità nel nostro paese, esprimendo il protagonismo della nostra generazione: una generazione senza diritti che nell’agire quotidiano ha costruito forme di vita che rovesciano il segno negativo della precarietà, che la crisi economica definisce una volta per tutte come norma, imponendo la centralità delle lotte sulla formazione attraverso le pratiche e le parole d’ordine di un grande movimento del quale creatività e cooperazione hanno costituito il tratto più significativo. Quello che ci aspetta quest’anno è dunque tutto da inventare in quel solco aperto dalle mobilitazioni dell’Onda anomala…
E siamo pronti a ricominciare!
Il 17 ottobre a Roma si terrà una grande manifestazione antirazzista. Migliaia di persone, italiani e migranti, clandestini e seconde e terze generazioni che vivono e giorno dopo giorno producono ricchezza nei nostri territori scenderanno in una piazza segnata dall’urgenza della presa di parola immediata e molteplice contro la cultura razzista di questo governo. Una cultura fatta dell’ideazione e dell’approvazione del pacchetto sicurezza, della crudeltà dei respingimenti, delle politiche della Lega, della retorica dell’insicurezza che mira solo a imporre la paura del diverso come normalità, come prassi che apre la strada alle ronde, alle discriminazioni quotidiane nelle scuole e nelle università, nei posti di lavoro e nelle strade della nostra città.
Noi studenti e ricercatori che viviamo quotidianamente la precarietà nelle nostre vite e la riconosciamo come tratto caratteristico della nostra generazione, la riconosciamo anche come tratto caratteristico di questa società in cui viviamo e vediamo nei migranti degli “alleati”, dei fratelli con cui condividere nuovi percorsi e con cui inventare nuove forme di sottrazione dal controllo di nuovi e vecchi dispositivi della governance, che nelle università come nella metropoli assume le sembianze di una normalità brutale, che non è la nostra. Quello che è accaduto la sera di lunedì 5 ottobre nella piazza del Pigneto è un’esempio inquietante dello stato di salute di una città come Roma: durante la serata, in una piazza gremita di persone, la Guardia di Finanza ha arbitrariamente perquisito, vessato, picchiato ed arrestato qualunque persona di colore si trovasse nei paraggi. Un episodio di vendetta e di razzismo, che purtroppo diventa “normale”, in una città in cui, di volta in volta e in differenti modi, vengono controllati o brutalizzati tutti quei soggetti, che le piazze le fanno vivere ogni giorno.
La nostra normalità, invece, è la ribellione alla cultura dell’odio per il diverso e dello sfruttamento delle nostre vite, che dentro l’università producono dei saperi non perimetrabili dai piani di studio né dalle differenziazioni imposte dai dispositivi meritocratici o dai percorsi d’eccellenza. Questa normalità diventa anomalia nella costruzione di pratiche di cooperazione in cui sperimentiamo e agiamo il desiderio di libertà e di trasformazione di noi stessi e dei luoghi in cui viviamo.
Studenti e migranti sono entrambi soggetti pericolosi per il potere, sono entrambi soggetti irrapresentabili e non rinchiudibili nei confini di categorie sociali da amministrare, riformare e respingere. Sono entrambi soggetti che più di altri vivono dentro la crisi e da troppo tempo ne pagano le spese, oscillando tra riforme imposte dall’alto e sanatorie, strumenti che di per sé rispecchiano la paura che il governo ha di quei soggetti, che più di altri esprimono la potenzialità e la determinazione a ribellarsi. C.Re.W. in Onda è un’anomalia nella galassia delle anomalie: vogliamo un futuro, un reddito slegato dall’ingresso nel mondo lavorativo che diventa sempre più un’astrazione nell’urgenza materiale del nostro vivere quotidiano, vogliamo la libertà di scegliere delle nostre vite.
Come C.Re.W. in Onda abbiamo occupato Point Break, lo scorso luglio, uno studentato autogestito, un primo esperimento concreto di riappropriazione di reddito e di libertà. Come C.Re.W. in Onda crediamo, qui e ora, che sia giusto e necessario riprenderci ciò che è nostro, nelle università e nella nostra metropoli che vive di contraddizioni, di paure e norme, ma anche di linee di fuga, di luoghi da costruire con le nostre mani e i nostri cervelli, tutti insieme.
Come C.Re.W. in Onda vogliamo partecipare al corteo del 17 e costruire la nostra partecipazione assieme a chi lo vorrà, a partire da una proposta. Nel nostro lavoro quotidiano, fatto di relazioni che lasciano il segno e ci fanno riscoprire il senso e la necessità di una progettualità costante abbiamo incontrato le reti migranti di Caserta, quelle che hanno avuto la determinazione di manifestare in migliaia a Castelvolturno lo scorso anno e che ogni giorno mettono a repentaglio le proprie vite per la conquista di un pezzo di carta chiamato Permesso di soggiorno. Territori ed esperienze geograficamente lontane dalle nostre, ma infinitamente vicine nella determinazione a riappropriarsi di ciò che ci è dovuto. Primo tra tutti la libertà di muoverci e di pensare al nostro futuro con gioia e prospettive.
Insieme a loro abbiamo deciso di prendere parte alla piazza del 17, partendo tutti insieme da P.le Aldo Moro, luogo importante per noi come segno inequivocabile del nostro diritto di dissentire e di manifestare, per raggiungere la piazza da cui la manifestazione partirà per raggiungere con tanti altri Piazza San Giovanni.
Insieme a loro vogliamo costruire le giornate che seguiranno il 17 perché ciò che vogliamo per noi e per tutti sono risultati concreti. Vogliamo l’ampliamento della sanatoria e il ritiro del pacchetto sicurezza perché offende la nostra dignità e perché non è altro che una guerra alla nostra intelligenza. Dove se non nelle Università dovrebbe prodursi un pensiero critico all’altezza di questa guerra? Dove se non dentro l’Onda anomala dovrebbero prodursi e riprodursi nuove anomalie eretiche che trasformano la realtà?
Già lo scorso anno abbiamo manifestato contro Gheddafi, ospite del rettore nella nostra Università, già gli studenti dell’Onda bolognese hanno respinto Maroni e la sua ideologia xenofoba….ora si deve andare avanti, invadendo, di nuovo, le strade della nostra città. Il 17 ottobre l’onda studentesca e l’onda migrante respingono il razzismo e la xenofobia, per riappropriarsi della dignità, della città e dei diritti!
Invitiamo tutti a partecipare all’approfondimento tematico di formazione che si terrà giovedì 15 a lettere alle ore 15.00, in cui verrà presentato il libro-inchiesta “Campi di forza – Percorsi confinati di migranti in Europa”, di Alessandra Sciurba.
L’appuntamento è per tutt* a Ple Aldo Moro il 17 ottobre alle ore 12 – SIAMO TUTT* CLANDESTIN*!
CREW in Onda – La Sapienza