GORIZIA – 9 AGOSTO: Gradisca in lotta

Si allarga la protesta nei Cie contro l’entrata in vigore delle norme del pacchetto sicurezza. Ed è la volta di Gradisca d’Isonzo, e questa volta è una sommossa: tutti sul tetto. Intanto, a Milano e a Roma prosegue la mobilitazione. Da Roma arriva un altro particolare, inquietante. Lunedì sera, gli algerini arrivati nel Centro da Bari Palese erano in quindici. Quelli rimpatriati l’altro giorno, dopo essere stati tutta la settimana in isolamento, quattordici. Ne manca uno: un elemento in più che conferma la convinzione dei reclusi che il malato di cuore scomparso in realtà sia morto.

Su Gradisca vi riportiamo qui sotto il testo di un lancio di agenzia, ma prestissimo vi offriremo un racconto di prima mano.

GRADISCA D’ISONZO (GORIZIA) – Si è conclusa poco prima delle due, senza feriti ma con molti danni alle suppellettili e alla struttura – secondo quanto si è saputo dalla Questura di Gorizia – la protesta scoppiata ieri sera nel Cie (Centro di identificazione ed espulsione) di Gradisca d’Isonzo. Per alcune ore, più di metà degli oltre 200 immigrati che si trovano attualmente nel Cie – sempre stando alle informazioni riferite dalla Questura di Gorizia – sono saliti sui tetti degli edifici del Centro per protestare contro la legge sulla sicurezza entrata in vigore ieri, che istituisce il reato di clandestinità e allunga i tempi di permanenza degli immigrati all’interno dei Cie da 60 fino a un massimo di 180 giorni. Momenti di forte tensione ci sono stati quando, dai tetti, scandendo slogans contro le forze dell’ordine, gli immigrati hanno lanciato oggetti, suppellettili e pezzi di infissi contro Polizia e Carabinieri, giunti sul popsto per evitare la fuga degli immigrati. Dopo ore di dialoghi, al termine di una paziente opera di convincimento – hanno riferito fonti della Questura di Gorizia – quando si sono convinti che, scendendo dai tetti, non sarebbero stati aggrediti dalle forze dell’ordine, gli immigrati sono rientrati nelle strutture del Cie.
Durante la protesta – ha riferito la Questura – non vi sono stati feriti, né da parte dei manifestanti, né da parte delle forze dell’ordine, ma – secondo una prima stima – sono ingenti i danni causati a infissi, strutture murarie, accessori e suppellettili del Cie. Una verifica precisa sarà fatta a partire dalla giornata di oggi. La protesta è cominciata quando un gruppo piuttosto consistente di immigrati, per lo più nordafricani, vicini alla scadenza dei 60 giorni prevista dalla precedente normativa quale limite massimo per il trattenimento per le pratiche di identificazione ed espulsione, ha saputo che non avrebbe lasciato il Cie nei prossimi giorni, come aveva previsto. Proprio per questi motivi, la situazione all’interno del Cie di Gradisca era già da qualche settimana piuttosto tesa; nei giorni scorsi un immigrato è stato ferito, in maniera non grave, da un altro ospite del Cie e – stando a quanto riferito da alcuni operatori che lavorano nella struttura – vi sarebbe stato anche un tentativo di fuga (poi fallito) attraverso un sottotetto da parte di un gruppetto di meno di una diecina di immigrati.

macerie @ Agosto 9, 2009

 

Come vi avevamo promesso, eccovi il racconto della sommossa di
Gradisca di sabato scorso. Occupato il tetto, bottigliate da una parte
e lacrimogeni e manganelli dall’altra. La polizia si sta ancora
riprendendo dalla sorpresa e, per ora, si è limitata a rinchiudere i
detenuti nelle camerate, senza acqua e senza mangiare, sottoponendoli a
perquisizioni frequenti: li ha messi in castigo, insomma. Il pacchetto
sicurezza, passato in Parlamento, firmato dal Presidente della
Repubblica, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, scatena la prima
battaglia. Non sarà l’ultima.

 

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