Lezioni e statue umane in piazza contro il pacchetto sicurezza
Enrica Fei
(Carta, 19/01/2009)
Se tra qualche mese una madre palestinese deciderà di fuggire dalla sua terra
occupata per trarre i propri figli in salvo dal massacro, in Italia non le sarà
concesso di arrivare. Probabilmente la cosa non le farà paura, e se arrivare in
Italia sarà per lei più facile che approdare in un altro paese, lo farà lo
stesso: finire in carcere per essere entrati in territorio straniero senza
permesso di soggiorno, è sempre meglio che avvolgere la propria bambina in un
lenzuolo bianco per difenderla dalle polveri oltraggiose delle macerie. A poco
varrà l’inasprimento delle norme italiane sulla «sicurezza»: domani, come oggi, per chi sfida il destino salendo su un gommone, non ha importanza dove si
sta andando, ma da dove si sta fuggendo. E a poco serviranno le considerazioni
del Carroccio sul fatto che l’Italia non è il paese del Bengodi. La madre
palestinese e i suoi bambini non cercheranno la felicità, tantomeno la
richezza: solo la speranza di salvarsi.
Se queste norme si inaspriranno però, se il pacchetto sicurezza [Ddl 733], in
discussione oggi al senato passerà, l’ingresso e ilsoggiorno in territorio
italiano senza permesso di soggiorno costituiranno un reato, e un medico, se lei
si reca con i suoi bambini al Pronto Soccorso, sarà autorizzato a denunciarla.
Così come l’impiegato dell’anagrafe, se vorrà sposarsi, o l’impiegato di un money transfer, se vorrà mandare soldi a casa. Forse con questo pacchetto sicurezza, noi italiani, invitati alla denuncia di chi si reca in ospedale o
agli uffici del comune per riconoscere i figli, non saremo più sicuri: solo
più incivili, se non criminali.Se il pacchetto sicurezza passerà, la richiesta
o il rinnovo del permesso di soggiorno avrà costi sempre più alti e la
detenzione neiCie durerà fino a 18 mesi. 18 mesi in quei centri di cui Medici
senza frontiere Italia denunciò in un rapporto le condizioni
sanitarie,definendole «disumane», prima che, proprio in seguito alla
pubblicazione del rapporto, gli venisse negato il permesso ad
entrarcinuovamente.
Questa mattina, in piazza Navona, mentre in Senato si discuteva il disegno di
legge, la rete «nopacchettosicurezza» ha tenuto una singolare conferenza stampa
e un’originale forma di protesta: circa 300 persone, per la maggior parte
migranti, ma anche attivisti dei movimenti di lotta per la casa, dei centri
sociali e dell’assemblea romana di femministe e lesbiche, hanno assistito ad una
lezione in piazza, in cui l’avvocato Salvatore Fachile – esperto di
immigrazione – ha spiegato il disegno di legge, aiutato da interpreti che ne
traducevano le parole in varie varie lingue. La platea, interpellata
direttamente dall’avvocato, con striscioni e manifesti commentava i vari
emendamenti. In seguito, durante il sit-in di fronte al Senato dalle 12 in poi,
un gruppo di teatranti dell’ex cinema Volturno occupato ha portato in piazza
le «statue umane» protagoniste di questo disegno di legge: hanno così sfilato
tra i manifestanti il sindaco sceriffo, che guidava una ronda civica, la
prostituta, che si preoccupava di indossare indumenti che non la «tradissero»,
il cittadino video-sorvegliato, e il permesso di soggiorno, in carne ed ossa,
che fuggiva nascondendosi tra i manifestanti, mentre una folla di migranti
disperati lo inseguiva inutilmente.
Nella notte della speranza di questi ultimi giorni, in cui le immagini di Gaza
rivestono di un velo funebre la nostra fiducia nell’avveniredi un anno appena
inziato, i colori allegri e fiduciosi della fantasia di un corteo creativo ci
fanno dimenticare per qualche istante la disperazione.