Il Pacchetto Sicurezza (ddl 733) in sintesi

IL PACCHETTO SICUREZZA IN SINTESI

Il c.d. Pacchetto sicurezza è costituito da una serie di provvedimenti normativi, di cui alcuni sono già divenuti legge (legge 125/08, in vigore dall’estate scorsa) e altri che ancora devono essere approvati (Disegno di legge 733/08) e che saranno sottoposti a votazione nel mese di gennaio 2009 al Senato.

Si tratta di un quadro organico che mira a colpire duramente – da un punto di vista giuridico, economico e sociale – tutte le persone migranti (in particolare se prive di un permesso di soggiorno), le persone che vivono le dinamiche di strada e tutte le persone che mostrano un atteggiamento critico con attività politiche o di protesta sociale.

Persone che per ragioni differenti si trovano comunque a non soggiacere acriticamente e incondizionatamente all’ordine sociale e culturale predominante.

Si porta a compimento il progetto politico di fare della popolazione migrante un campo di sperimentazione per

  • Creare vaste categorie di persone a cui negare ogni fondamentale diritto, quasi a negarne la natura umana. Un modello da sperimentare e poi allargare a seconda della necessità, in pieno contrasto con i diritti fondamentali dell’uomo che la Costituzione italiana garantisce a tutti senza alcuna eccezione.
  • Affermare il principio della diversità, per cui la mancanza di una autorizzazione governativa (il permesso di soggiorno) è sufficiente per segnare un solco profondo tra esseri umani. Si cerca di minare il pilastro portante della Costituzione italiana: il principio di uguaglianza. E se oggi lo si abbatte per i migranti, domani potrà farsi per chiunque.
  • Tentare ancora una volta di dividere e isolare i/le migranti dal resto della comunità. Fomentare la divisione e neutralizzare quello che fu il principale motore della rivoluzione costituzionale del 1948: la solidarietà.
  • Puntare all’umiliazione e all’insicurezza dei/lle migranti, da far sentire inferiori e mai certi/e del loro futuro. Un attacco al principio della dignità della persona che sta alla base del nostro assetto costituzionale.


Non è in alcun modo accettabile che uno Stato consideri reato il fatto stesso di non avere il permesso di soggiorno o che per questo stesso motivo privi una persona della sua libertà per 18 mesi rinchiudendola in un Centro di Identificazione ed Espulsione.

Non può negarsi alla persona senza un permesso di soggiorno il diritto di riconoscere i propri figli e le proprie figlie nati/e in Italia o il diritto di sposarsi, di accedere al pronto soccorso o di inviare il denaro a casa.

E’ indecente che queste persone possano essere imprigionate per lunghissimi periodi solo perché non rispettano l’ordine del Prefetto di allontanarsi dall’Italia.

Non è tollerabile che si renda ancora più precaria la vita dei/lle migranti che hanno un permesso di soggiorno e costringerli/e ad accettare violente imposizioni culturali come “gli accordi di integrazione” sotto la continua minaccia dell’espulsione o gravarli di ulteriori imposte per la richiesta del permesso di soggiorno o della cittadinanza.

Ma allo stesso modo sono inaccettabili le altre misure del c.d. pacchetto sicurezza che colpiscono i/le clochard, le persone che mendicano, i/le writers, gli/le occupanti, gli/le attivisti/e politici/he e la generalità di coloro che non vuole accettare incondizionatamente questa crescente violenza di Stato.

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