«Cari italiani noi siamo dei clandestini». Reclusi/e in lotta nel Cie di Milano

REPORT DAL CIE DI VIA CORELLI
Milano, 12 aprile 2010
 
Lo sciopero della fame continua, si mantiene e torna ad estendersi. Questa in estrema sintesi la situazione, così come descritto dalla lettera scritta dai prigionieri in lotta riportata in allegato:

 

Sezione maschile: 14
Sezione trans: 10
Sezione donne: 10 (lo sciopero tra le donne era stato interrotto dopo che Ingrid era stata deportata per rappresaglia ma è ripreso nel fine settimana).

 

La situazione dentro è ovviamente molto dura. Anche se lo sciopero della fame è a staffetta si tratta di uno sciopero reale e, soprattutto tra gli uomini dove ha mantenuto una maggiore costanza, molti prigionieri hanno perso in media da 5 a 9 kg. Rimangono molto determinati, ma sempre più deboli fisicamente e hanno bisogno che il sostengo alla loro lotta cresca, sia a livello di informazione che di appoggio pratico.

 

Da parte loro i detenuti in lotta hanno deciso di scrivere una lettera da far girare nel movimento antirazzista e da rivolgere ai media.

 

Da parte nostra, come sempre cerchiamo di esserne i megafono e rinnoviamo l’appello, ormai permanente, a dare tutto il sostegno materiale possibile a questa battaglia, rilanciando con forza la campagna di consegna di bevande (e frutta) che è giunta ormai alla sua nona puntata.

 

comitato antirazzista milano
 
 

CARI ITALIANI NOI SIAMO DEI CLANDESTINI…
 

Cari italiani noi siamo dei clandestini, siamo detenuti al CIE di via Corelli a Milano e stiamo facendo un sciopero della fame dal 03/03/2010 perché i tempi di detenzione per identificare le persone sono troppo lunghi. Dovete immaginare chiusi e chiuse per 180 giorni, 24 ore su 24, senza aver commesso nessun reato e senza nulla da fare per far passare il tempo. Ma soprattutto, noi clandestini siamo condannati all’ergastolo senza appello… Dopo 180 gg di CIE ti danno un foglio di via con 5 giorni di tempo per lasciare il territorio italiano e se ti beccano per strada, rischi il carcere ordinario (da 6 mesi a 1 anno).
 
Ma in 5 giorni come fai a trovare i soldi per lasciare il territorio italiano?
 
In questo periodo di sciopero il cibo che porta la Sodexo fa veramente schifo; per le persone malate non ci sono medicine; i bagni sono sempre sporchi e intasati e l’acqua del cesso esce fino al corridoio. Gli infermieri ci trattano male, allo stesso modo dei poliziotti e della croce rossa italiana.
 
E poi ci dicono che siamo clandestini ed è questo che ci spetta… Ci danno sedativi per stare tranquilli, ma la depressione di chi prende queste gocce é fortissima; sono tanti che piangono disperati, perché non capiscono perché devono subire tutto questo. Noi siamo persone, ma loro non pensano questo e ci umiliano, ridono della nostra situazione, ci picchiano.
 
Noi rispondiamo continuando a fare lo sciopero della fame. Fino ad ora lo abbiamo fatto in più di 80 persone. Attualmente ci siamo organizzati con uno sciopero a staffetta e siamo in 34 a farlo: 14 della sezione maschile, 10 tra le donne e 10 tra le trans.
 
Abbiamo già perso ciascuno di noi da 5 a 9 kili. Stiamo stufi di questa vita da clandestini. In tutto questo sciopero non hanno fatto nulla… noi stiamo lottando ma da soli e abbiamo bisogno che la gente sappia quello che lo stato fa con noi….
 
This entry was posted in Chiudere i CIE. Bookmark the permalink.