Nella tua città c’è un lager n. 14

NELLA TUA CITTA’ C’E’ UN LAGER. Bollettino bisettimanale sulle vicende che si susseguono nei Centri di Identificazione ed Espulsione per immigrati, i lager del nuovo secolo.
 
 

Posted in Chiudere i CIE | Comments Off on Nella tua città c’è un lager n. 14

Silenzio Assordante (ROR) 02.04.10

Silenzio Assordante, 2 aprile 2010
voci, denunce e testimonianze delle lotte antirazziste fuori e dentro i Cie
ogni venerdì dalle 17.00 alle 18.00 su Radio OndaRossa
 
Nella puntata di oggi:
 

La grande rivolta della notte tra il 29 e il 30 marzo nel Cie di Ponte Galeria, raccontata dalla voce dei suoi protagonisti.

 

Il resoconto della prima udienza ai ribelli di Ponte Galeria dalla voce dell’avvocata Maria Luisa Daddabbo.

 

Aggiornamenti sulla situazione a Ponte Galeria dopo la rivolta e sui trasferimenti verso altri Cie.
Posted in Chiudere i CIE | Comments Off on Silenzio Assordante (ROR) 02.04.10

Mobilitiamoci perché non rubino a Joy altri mesi di vita!

Il 12 aprile scadono i 60 giorni affibbiati a Joy il 12 febbraio scorso, con un’udienza di convalida fatta in fretta e furia e senza i suoi avvocati dopo il trasferimento dal carcere di Como al Cie di Modena.
Molto probabilmente, qualche giorno prima della scadenza la questura di Modena chiederà al giudice di pace di firmare il prolungamento della sua detenzione nel Cie per altri 60 giorni. E il giudice di pace firmerà senza battere ciglio, come sempre.
 
Questi sono gli “automatismi burocratici” che, grazie alle nuove norme introdotte col “pacchetto sicurezza”, rubano fino a sei mesi di vita a donne e uomini migranti rinchiudendole/i in uno dei 13 lager sparsi sul territorio italiano per poi rimpatriarle/i.
Automatismi che ci richiamano alla memoria l’apparato burocratico che tenne in piedi i lager nazisti, quella “banalità del male” che dissimula la ferocia del razzismo istituzionale e dei suoi esecutori – oggi come ieri. Automatismi contro cui si rivoltano, giustamente e sempre più frequentemente, le centinaia di donne e uomini rinchiuse nei lager di stato e quotidianamente sottoposte ad umiliazioni, vessazioni, molestie e violenze.
 
Joy che, come tante altre donne rinchiuse nei lager per migranti, avrebbe diritto ad un permesso di soggiorno come vittima di tratta, è ingabbiata nel circuito Cie-carcere-Cie dal 26 giugno 2009. Quel giorno, infatti, venne fermata per un controllo mentre andava al supermercato. Sprovvista di documenti, venne trattenuta per tre giorni in caserma e poi portata al Cie milanese di via Corelli, il 29 giugno.

Ad oggi le hanno rubato quasi dieci mesi di vita. Quanti altri gliene vogliono rubare?

Raccontare la storia di Joy come storia paradigmatica significa rendere pubblica la “banalità del male” a cui ci vorrebbero assuefare e contro la quale RIBELLARCI E’ GIUSTO!

Invitiamo le realtà antirazziste a costruire nei propri territori, intorno al 12 aprile, iniziative e mobilitazioni contro i Cie, le deportazioni e le norme liberticide e razziste del pacchetto sicurezza.

Come sempre il blog noinonsiamocomplici è a disposizione di chi nega fattivamente la propria complicità col razzismo istituzionale e i suoi servi. Segnalateci le iniziative a complici@anche.no

 
Noinonsiamocomplici
 
Posted in Chiudere i CIE | Comments Off on Mobilitiamoci perché non rubino a Joy altri mesi di vita!

La libertà non si processa! Report del processo ai ribelli di Ponte Galeria

LA LIBERTA’ NON SI PROCESSA!
Report della prima udienza del processo ai ribelli di Ponte Galeria
 

Si è conclusa nel primo pomeriggio di oggi, 31 marzo 2010, l’udienza che vedeva coinvolti i 18 rivoltosi del Cie di Ponte Galeria a Roma.
I ribelli erano accusati di lesioni e violenza a pubblico ufficiale, danneggiamento aggravato, incendio doloso e tentata evasione, per la rivolta scoppiata nella notte tra lunedì 29 e martedì 30 marzo, in seguito ad un pestaggo da parte della polizia all’interno del Cie.
La protesta è terminata alle 4 del mattino circa, quando i reclusi sono tornati a dormire nelle loro celle. Solo dopo alcune ore, mentre si trovavano a mensa per la colazione, la polizia è arrivata in forze e ha deciso di dividere tra "buoni e cattivi" gli uomini che sono stati individuati come i diretti responsabili della rivolta della notte precedente.
Diciotto reclusi sono quindi stati arrestati "in flagranza di reato" e stamattina si è tenuta l’udienza in cui il giudice avrebbe dovuto confermare gli arresti e decidere sul loro eventuale trattenimento in carcere.
Trattandosi di un’udienza per direttissima con convalida, tutto si è svolto a porte chiuse, mentre fuori dall’aula e nel piazzale antistante il palazzo del tribunale, un gruppo di antirazzisti e di antirazziste manifestava la propria solidarietà volantinando ed esponendo uno striscione con la scritta «La libertà non si processa. Chiudere tutti i Cie!».
Nel corso dell’udienza gli avvocati difensori hanno dimostrato che, essendo trascorse molte ore tra la conclusione della rivolta e il momento dell’arresto, non si poteva trattare di "flagranza di reato".
Per questo il giudice non ha convalidato gli arresti. Quindi, quindici imputati sono stati riportati nel Cie di Ponte Galeria. Altri tre invece sono stati trasferiti nel carcere romano di Regina Coeli perché, avendo già precedenti penali per reati come resistenza a pubblico ufficiale ed altri, il giudice ha ritenuto "probabile" che potessero compierne altri simili.
Tra l’altro, il giudice, accogliendo le richieste dei difensori, ha escluso l’aggravante dell’incendio e la tentata evasione, precisando che, trattandosi di detenzione amministrativa, il tentativo di fuga dal Cie non può essere considerato un’evasione. I capi d’imputazione rimasti sono danneggiamento aggravato e lesioni e violenza a pubblico ufficiale.
Per tutti gli indagati, il processo continuerà col rito ordinario, quindi si procederà con le indagini e poi con le prossime udienze, ancora da fissare.

Ribellarsi è giusto!
La solidarietà è un’arma!
Posted in Chiudere i CIE | Comments Off on La libertà non si processa! Report del processo ai ribelli di Ponte Galeria

ROMA 31.03.10: Ancora fiamme nel Cie di Ponte Galeria

ANCORA FIAMME NEL C.I.E. DI PONTE GALERIA

«Un casino della madonna!»
A mezzanotte del 30 marzo arriva questo sms da uno dei reclusi del Centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria. Da un’ora è scoppiata una rivolta: i materassi bruciano e ci sono due grossi fuochi che si alzano arrivando fino all’infermeria. Alcuni reclusi sono saliti sul tetto e altri hanno spaccato tre o quattro porte di ferro e hanno quasi raggiunto il muro di cinta. Tutto il centro è pieno di polizia: sono dappertutto – in tenuta antisommossa, con manganelli, scudi e caschi. Intorno all’una e venti si sentono anche degli spari.

Il bilancio della rivolta è di 200.000 euro di danni, l’impianto idraulico ed elettrico fuori uso, 4 evasi, un numero imprecisato di reclusi/e trasferiti/e in altri centri e 17 arrestati che verranno processati per direttissima il 31 marzo.

In quest’ultimo mese, a partire dal primo marzo, in concomitanza con il passaggio della gestione dalla croce rossa ad auxilium, i/le reclusi/e hanno iniziato l’ennesimo sciopero della fame e dato vita a numerose rivolte, ribellandosi ai pestaggi subiti e ai soprusi imposti quotidianamente dagli aguzzini in divisa, con la complicità delle associazioni che operano all’interno di questi campi di concentramento della democrazia.

Somministrazione di psicofarmaci, cibo avariato, assenza di cure sanitarie, pessime condizioni igieniche e stupri sono all’ordine del giorno, come pure gli atti di autolesionismo che esprimono la disperazione di chi è costretto a sei mesi di reclusione in un lager per il solo fatto di non possedere un documento.

 
mercoledì 31 marzo 2010
  • Ore 8:30 presidio a piazzale Clodio davanti al tribunale in solidarietà ai ribelli di Ponte Galeria.
  • Ore 19:00 assemblea pubblica al Forte Prenestino per dare tutti/e insieme una risposta immediata a quanto sta succedendo.
NELLA TUA CITTÀ C’È UN LAGER
CHIUDIAMO TUTTI I C.I.E.

antirazziste e antirazzisti di roma
 
Posted in Chiudere i CIE | Comments Off on ROMA 31.03.10: Ancora fiamme nel Cie di Ponte Galeria

ROMA – 26.03.10: Corpi e terre di conquista. Razzismo, sessismo…

26 marzo 2010

Corpi e terre di conquista


Razzismo, sessismo, politiche securitarie

ore 19:00 presentazione

DIFENDERE LA ‘RAZZA’. IDENTITA’ RAZZIALE E POLITICHE SESSUALI NEL PROGETTO IMPERIALE DI MUSSOLINI, di Nicoletta Poidimani , Sensibili alle foglie, 2009

Con l’autrice ne discutiamo con avvocati e operatrici dello sportello antiviolenza sulle donne del CIE di Ponte Galeria, l’avvocato Salvatore Fachile, alcune donne del corso di italiano del csoa ex snia e della comunità etiope-eritrea romana.
 

Storie e analisi per capire
DA CHE PARTE STARE

Ogni venerdì alle 18:00 @ CSOA eXSnia
via Prenestina, 173

 

Il Corno d’Africa è stato il laboratorio delle politiche razziali e sessuali attuate dall’Italia coloniale e perfezionate nel periodo fascista. Conoscere questa parte della nostra storia storia è urgente soprattutto oggi, col riattivarsi, sulla pelle di donne e uomini che viaggiano in cerca di lavoro o di una via di fuga da condizioni di guerra, repressione e povertà, in nome del la sicurezza, di vecchi e sperimentati dispositivi razzisti e de-umanizzanti che si formarono proprio nei cinquant’anni dell’esperienza  coloniale in Africa.

La dura limitazione imposta alla circolazione e alla ricerca di lavoro delle persone, in base alla loro provenienza geografica, gli impacci burocratici e giuridici  per ottenere documenti indebolisce i rapporti di forza di chi emigra, tanto più le donne, che vivono una condizione di subalternità che potremmo definire “transculturale”.  

Nell’Italia attuale il pregiudizio razziale ancora esiste e, nonostante lavori come La pelle giusta di Paola Tabet (Einaudi, 1997) abbiano fatto emergere la persistenza di stereotipi razzisti derivati dall’epoca coloniale nelle nuove generazioni, l’impresa coloniale italiana rimane, nella maggior parte delle narrazioni storiche, dominata dal mito degli italiani brava gente.  

Nella prima fase del colonialismo italiano, i potenziali coloni maschi venivano allettati con espliciti rimandi alla “facilità” dei costumi sessuali delle donne africane. L’erotizzazione della donna “esotica”  si colloca all’interno di una condivisa concezione del corpo femminile da intendersi come “bottino di guerra”, al pari di terre od oggetti. Si tratta di un corpo di cui poter disporre per il proprio piacere sessuale, la cui sensibilità e il cui piacere non ha rilievo, in quanto  presentato come  profferta spontanea ai conquistatori. In questo senso trovano legittimazione lo stupro di guerra e la prostituzione forzata. Unico limite imposto al godimento maschile deriva dal timore di “contaminazioni” razziali a dal proliferare di generazioni meticce. Il discorso razzista si sovrappone alla concezione esotica/erotica tentando di operare una modificazione nell’immaginario sulle donne africane, presentandole come “sporche, maleodoranti, soggette ad invecchiamento fisico precoce”. Ancora in primo piano il corpo, stavolta come oggetto di disprezzo, di rigetto.

Nell’attuale società italiana il corpo delle donne migranti è ancora costruito secondo le “regole” del duplice immaginario di cui sopra: il fiorente mercato della prostituzione, che vede i corpi di donne africane, in particolare nigeriane, come oggetti iper-sessualizzati in virtù della loro “peculiarità biologico-razziale”. Ma, senza giungere al caso della prostituzione, della tratta e della schiavitù, basti anche pensare alle molestie sessuali di cui sono vittime la maggior parte delle donne migranti che lavorano come badanti, collaboratrici domestiche, proprio ad opera di quei “bravi” uomini italiani e che, ovviamente, non vengono denunciati a causa del ricatto sul lavoro, o nel caso non si possiedano i documenti necessari ad una permanenza “legale” nel paese ospitante. Gli attuali provvedimenti che mirano a scoraggiare le interrelazioni etnico-culturali, quali il limite del 30% imposto alla presenza di alunni stranieri nelle classi scolastiche o le recenti restrizioni imposte ai matrimoni tra italiani e stranieri non comunitari, sembrano richiamarsi proprio a quelle misure volte ad evitare o limitare il “meticciato” introdotte in epoca fascista. Ed è importante rilevare come a queste misure faccia da contr’ altare l’esaltazione delle mansioni “femminili”, domestiche, procreative, educative, delle donne “nazionali”, italiane, bianche, secondo una prospettiva di sconcertante carattere eugenetico.

La costruzione culturale delle identità nazionali si serviva e tutt’ora si serve ampiamente della dominazione del corpo femminile: la retorica sulla difesa delle “proprie” donne dalle violenze perpetrate da stranieri; la “dominazione” dei corpi delle donne colonizzate o migranti. Ne conseguono il disconoscimento e la dis-identificazione delle soggettività ibride (meticce o migranti) e la costante induzione al comportamento xenofobo.

Saranno attivi durante l’iniziativa: la Trattosnia a base di ricette mediterranee, il bar, l’angolo letterario ed informativo del Gruppo Donne SNIA


Ingresso a sottoscrizione libera

Posted in Generale | Comments Off on ROMA – 26.03.10: Corpi e terre di conquista. Razzismo, sessismo…

APPELLO A SOSTEGNO DEI LAVORATORI AFRICANI DI ROSARNO

 
Cliccando sull’immagine o andando direttamente sul link: http://www.6antirazzista.net/appello_rosarno troverai l’appello, il modulo per firmarlo e i banner da inserire nel tuo sito web.

«Ogni anno, in autunno, fino a buona parte dell’inverno, migliaia di lavoratori stagionali, prevalentemente africani, vanno a Rosarno, in provincia di Reggio Calabria, per la raccolta degli agrumi. Clandestini o regolari, rifugiati o richiedenti asilo, tutti si radunano nel cuore della piana di Gioia Tauro, 2000, forse 3000, ogni anno, da almeno vent’anni. […]

Il 7 gennaio 2010, a Rosarno, alcuni lavoratori africani vengono presi di mira con un fucile ad aria compressa, sparati da una macchina di passaggio come fossero belve da colpire durante un safari. Ne segue una rivolta che segnerà il punto di non ritorno di una spirale che per tre giorni, a Rosarno, sfiorerà la guerra civile. […]

Italia, Europa, 8 gennaio 2010 il Governo della Repubblica deporta migliaia di persone dal proprio luogo di vita e lavoro, solo in base al colore della pelle, e dichiara Rosarno off limits per la gente di colore. […]

Disperse, senza neppure i pochi beni che hanno dovuto abbandonare, senza casa, senza soldi, senza lavoro, senza diritti, invisibili e inermi, queste persone vagano oggi per le città d’Italia, esposte al freddo e alla fame, senza nessuna prospettiva. […]

Un centinaio di loro si trovano a Roma. Ospiti di alcune realtà di movimento, hanno costituito la prima Assemblea dei lavoratori africani di Rosarno a Roma. […]

La regolarizzazione prima di tutto! Questo chiedono, questo devono ottenere.

Dare loro accoglienza. Combattere con loro per il diritto ad esistere, il diritto ad avere diritti».

Rete Antirazzista Romana
 
Posted in Generale | Comments Off on APPELLO A SOSTEGNO DEI LAVORATORI AFRICANI DI ROSARNO

SPORTELLO LEGALE gratuito per migranti a Magliana

Sportello legale gratuito per migranti

il primo e l’ultimo giovedì del mese


dalle 16:30 alle 19:00

INsensINverso


via Vaiano 15 (magliana)

 
Posted in Generale | Comments Off on SPORTELLO LEGALE gratuito per migranti a Magliana

Nella tua città c’è un lager n. 13

NELLA TUA CITTA’ C’E’ UN LAGER. Bollettino bisettimanale sulle vicende che si susseguono nei Centri di Identificazione ed Espulsione per immigrati, i lager del nuovo secolo.
 
 

Posted in Chiudere i CIE | Comments Off on Nella tua città c’è un lager n. 13

ROMA – 18.03.10: L’ambasciata nigeriana e la banalità del male


giovedì 18 marzo 2010, davanti all’ambasciata nigeriana a Roma
 
 
E’ importante continuare le pressioni sull’ambasciata della Nigeria dopo il presidio che si è svolto lì sotto questa mattina. L’ambasciatore e gli altri funzionari devono sapere che l’attenzione nei loro confronti come complici delle deportazioni è forte e non circoscrivibile alla sola città di Roma. La loro complicità sta nel riconoscimento, dietro congruo corrispettivo economico, di nigeriane/i senza documenti rinchiusi nei Cie. Così l’ambasciata di Nigeria autorizza l’espulsione di donne e uomini senza tener conto del loro passato e del pericolo di vita in cui incorrono sempre e comunque ritornando al loro paese d’origine.

Chi non può essere fisicamente a Roma può mandare telegrammi o telefonare:
Ambasciata di Nigeria

Via Orazio 14, Roma

Tel. 06 683931
 
 
Posted in Chiudere i CIE | Comments Off on ROMA – 18.03.10: L’ambasciata nigeriana e la banalità del male